Il problema dell'infinito ha sempre rappresentato un momento essenziale nella speculazione di filosofi e matematici. In questo lavoro esso è affrontato sotto un'angolazione molto particolare: si descrive infatti come il cardinale Giacinto Sigismondo Gerdil, esponente dell'Illuminismo cattolico, essendo ben addentro a questioni di carattere scientifico e filosofico, abbia utilizzato una buona fetta di teoria matematica allo scopo apologetico della fede. Egli infatti nella sua Mémoire de l'Infini Absolu consideré dans la Grandeur cerca di dimostrare l'impossibilità dell'infinito attuale nelle costruzioni matematiche per provare l'impossibilità di una serie attualmente infinita di cambiamenti quale quella che dovrebbe comportare l'ipotesi che non ci sia stata una creazione dell'universo e che il tempo sia eterno. Egli trova che tutte le questioni in cui è coinvolto l'infinito in matematica possono risolversi mediante l'uso del concetto di limite da poco introdotto da d'Alembert.