bdim: Biblioteca Digitale Italiana di Matematica

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Referenza completa

Blandino, Giovanni S.J.:
The causes of evolution. A Criticism of Casualism
Atti della Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. Rendiconti Serie 8 80 (1986), fasc. n.5, p. 347-354, (English)
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Sunto

Anche i casualisti ammettono che è estremamente improbabile (e praticamente impossibile) che, durante tutto il periodo di esistenza della Terra, si sia verificata, anche una sola volta, la formazione casuale improvvisa (o rapida) di una struttura così regolare come quella di un vivente. Però pensano che la formazione lenta e graduale di un vivente, influenzata dalla selezione, sia stata probabile, anzi praticamente inevitabile, durante il medesimo periodo d'esistenza della Terra. Sennonché la supposizione dei casualisti non è esatta. Pensiamo di poter mostrare che, durante il medesimo periodo complessivo di tempo, la formazione casuale graduale non è stata più probabile della formazione improvvisa e che, nella ipotesi casuale, la selezione naturale non ha alcun influsso. Esaminiamo prima quale sia la probabilità che, nell'ipotesi casuale, una struttura regolare: a) si formi improvvisamente, b) mantenga il suo grado di regolarità, e) "generi" un'altra struttura avente lo stesso grado di regolarità; poi esaminiamo la probabilità che quella struttura si formi gradualmente. Considerando un ipotetico universo conforme all'ipotesi casuale, cioè un universo in cui le leggi naturali non diano preferenza di realizzazione a nessuna delle strutture possibili (cosicché le strutture di uguale grandezza siano fra loro equiprobabili), si giunge alla seguente conclusione di invarianza delle probabilità: "Nell'ipotesi di equiprobabilità casuale, la probabilità che una struttura regolare si formi per generazione o per evoluzione graduale non é maggiore della probabilità che quella struttura si formi improvvisamente da materia irregolarmente disposta». Cioè: « Variando le vie di formazione, non varia la probabilità". Nella seconda parte dello scritto viene affermato che : "Nell'ipotesi casuale (cioè nell'ipotesi che nel nostro universo non ci fossero leggi naturali che dessero alle strutture funzionali come i viventi alcuna preferenza) una struttura funzionale come un vivente sarebbe possibile (anche se improbabilissima), invece un vivente sarebbe semplicemente impossibile". Il motivo è questo: quella struttura funzionale improbabilissima non sarebbe un vivente, sarebbe una perfetta statua anatomica, ma non un vivente, poiché noi per "vivente" intendiamo molto di più: intendiamo una struttura funzionale la quale in base alle leggi naturali (e cioè in base alle forze insite nella materia) ha una relativamente alta probabilità di formazione, un'altissima probabilità di persistenza e un altissima probabilità d'indefinita riproduzione. Complessivamente, per "vivente" intendiamo un tipo di struttura funzionale che in base alle leggi naturali ha un'altissima probabilità di esistenza (includendo nella pro- babilità di esistenza: la probabilità di formazione, di permanenza, di riproduzione). In altri termini, per "vivente" intendiamo una struttura funzionale in favore della quale esistano leggi naturali altamente preferenziali.

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