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Referenza completa

Sirna, Giuseppe:
The Lower Cretaceous Charophyta and the paleogeography of Mediterranean basin
Atti della Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. Rendiconti Serie 8 44 (1968), fasc. n.4, p. 566-574, (English)
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Sunto

L'utilizzazione di resti di Carofite per scopi stratigrafici e paleogeografici è divenuta da alcuni anni sempre più frequente poiché tra questo gruppo vi sono specie che offrono la possibilità di effettuare correlazioni stratigrafiche a grande distanza. Così avviene infatti per i termini di passaggio Giurassico-Cretaceo, per il Cretaceo inferiore (in special modo per l'Aptiano), per il Cretaceo superiore ed anche per alcuni periodi del Cenozoico. Le specie più caratteristiche dell'Aptiano sono Atopochara trivolvis PECK e Flabellochara harrisi (Peck), presenti in tutto il bacino del Mediterraneo in sedimenti in facies di shelf. In una precedente Nota [19] lo scrivente aveva segnalato, per la prima volta in Italia, la presenza di queste specie, mettendo in risalto il loro valore per la stratigrafia delle monotone serie carbonatiche dell'Appennino laziale-abruzzese e per una ricostruzione paleogeografica del gruppo dei Monti Lepini e Ausoni. Nel presente lavoro si dà notizia di altri ritrovamenti nell'Appennino centro-meridionale e viene segnalata per la prima volta la presenza di Atopochara trivolvìs e Flabellochara harrisi negli orizzonti aptiani della parte meridionale delle Dinaridi esterne della Jugoslavia dpve lo scrivente nell'estate del 1966, con la preziosa guida della Dr. R. Radoicic, ha avuto modo di prelevare dei campioni argillosi. Vengono esaminate inoltre le situazioni stratigrafiche, note dalla letteratura, di tutti gli affioramenti distribuiti nell'area europea in special modo nel bacino del Mediterraneo e viene fatto un tentativo di ricostruzione paleogeografica dell'Aptiano. Dall'esame di tutti i dati si giunge alla conclusione che, nella area interessata dalla presenza delle suddette caracee, durante l'Aptiano si era instaurato un ambiente lagunare o semilagunare documentato da sedimenti argillo-marnosi, con resti di carofite, intercalati alla normale serie marina. In alcune zone, per esempio in Algeria, si sono trovati fino a sei livelli contenenti Atopochara trivolvis interposti a calcari a foraminiferi, di chiaro ambiente marino. In Francia al di sotto dell'orizzonte aptiano a caracee si sono rinvenute evaporiti, mentre in Romania al posto di queste si trovano bauxiti. Ciò testimonia un sollevamento della piattaforma che ha favorito l'instaurarsi di bacini lagunari e lo sviluppo in ambiente adatto delle caracee. È ovvio che queste condizioni non hanno interessato tutta l'area europea e il bacino mediterraneo, ma accanto a zone lagunari si avevano anche vaste aree soggette a normale subsidenza con sedimentazione di tipo marino.
Referenze Bibliografiche
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[18] SERONIE-VIVIEN R., SENS J. and MALMOUSTIER G., Contribution a l'étude des formations du Crétacé inférieur dans le bassin de Parentis (Aquitaine), «Mem. du Bureau de Rech. Géol. et Min.», Colloque sur le Crétacé inf. (Lyon, septembre 1963), 34, 671-692, Paris 1965.
[19] SIRNA G., Aptian Charophyta of Southern Latium, «Geologica Romana», 2, 279-290, 13 figg., Roma 1963.
[20] VAN BELLEN R. C., On the presence of Atopochara Peck in the Lower Cretaceous of the Yebel Ansariyeh, «The Micropal.», 2, 4, 16, New York 1948.

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